Ultimo appuntamento della rassegna "Accendiamo i Riflettori" presso la cappella dell'ex cotonificio De Angeli Frua a Roè Volciano. Domenica 20 ottobre alle 17:30 debutterà il nuovo spettacolo del gruppo AMARANTA di Salò, dal titolo Milada. La storia del volto oppressivo del 900. 

In scena Susanna Brotto, Michela Galizzi, Elena Marelli, Annalisa Raggi, Mariarosa Rivali. La musica cecoslovacca accompagna il racconto con al violoncello Daniela Savoldi.

Il gruppo Amaranta da anni impegnato nello studio del ruolo della donna nella storia ha scelto come protagonista del nuovo spettacolo proprio lei, Milada, la donna, la madre, la parlamentare e la presidente del Consiglio Nazionale delle donne.

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Questa è la vicenda rappresentata.

Alle sei di mattina del 27 giugno del 1950 viene impiccata a Praga Milada Horakova, giurista e politica, eroica combattente partigiana contro il nazismo, condannata a morte e poi rinchiusa dai nazisti in un campo di concentramento per 5 anni.

Sconfitto Hitler, si era impegnata nella ricostruzione del suo paese ma dopo il colpo di stato comunista fu accusata falsamente di tradimento, processata e crudelmente condannata a morte. Il pubblico ministero del processo chiese esplicitamente per lei una condanna per impiccagione che la facesse soffrire. Per questo quando cadde la dittatura comunista, quel pubblico ministero (si trattava di una donna, Ludmila Brožová-Polednová) venne condannato a 10 anni di carcere, solo parzialmente scontati considerata la sua età.

Milada appartiene a quella generazione di intellettuali – quasi tutte donne – che negli anni trenta e nei primi anni quaranta intuirono, grazie a una profonda intelligenza e finezza culturale e politica, la spaventosa affinità tra i regimi totalitari. Si tratta di donne come Rachel Bespaloff, Margarete Buber Neumann, Simone Weil, Hanna Arendt.Negli ultimi anni in Cecoslovacchia, la figura di Milada è servita a ridare senso e forza morale alla battaglia per la democrazia: scritti, documentari, film ripropongono la sua figura.

I diritti umani ed i prigionieri politici del XX secolo: come un faro di democrazia e coraggio, il racconto eroico di Milada Horáková é un pezzo significativo di questo mosaico. La sua determinazione, resilienza, eroismo e il suo contributo alla storia l’hanno resa uno dei simboli più importanti di ciò che si può raggiungere di fronte alle avversità estreme. Uno spettacolo che è un viaggio nel cuore e nell'essenza dell’eroismo che porta ognuno di noi che ascolta la sua storia, a cercare con coraggio la realizzazione del proprio destino libero e trovare la forza per permetterci di vivere in un mondo di speranza.

Una bellissima lettera scritta alla vigilia della morte alla figlia costituisce uno dei testamenti morali e culturali più alti del Novecento: “L’uomo non vive nel mondo da solo; in questo c’è una grande felicità, ma anche una tremenda responsabilità. Questo obbligo consiste prima di tutto nel non essere e non agire in maniera esclusiva, ma piuttosto fondendosi con i bisogni e gli obiettivi degli altri. Questo non significa perdersi nella moltitudine, ma sapere che si è parte del tutto, e per portare il meglio che ognuno può dare alla comunità… Non chiudere le orecchie davanti a nulla e per nessun motivo, non zittire i pensieri e le opinioni di qualcuno che ti ha ferito profondamente. Esamina, pensa, critica, sii principalmente critica con te stessa, non avere paura di ammettere una verità che hai compreso, anche se avevi proclamato l’opposto fino a un attimo prima; non diventare ostinata sulle tue opinioni, ma quando arrivi a considerare giusta una cosa, allora sii così determinata da combattere e morire per essa”.