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apr, ven

"Arrivederci, amigo. Non vi dico addio. Vi dissi addio quando significava qualcosa. Vi dissi addio quando ero triste, in un momento di solitudine e quando sembrava definitivo.»(Raymond Chandler, Il lungo addio). Se non l'avete ancora letto, leggetelo.

Un capolavoro del genere "noir", mentre "Il lungo addio" orchestrato da Massimo Cellino pare più una commedia all'italiana se non fosse che uno dei protagonisti è catalano. Pep Clotet resta, Pep Clotet se ne va, Pep Clotet chissà chi lo sa.....

E leggere alcuni giornali non aiuta a dirimere la matassa visto che un giorno è scontato che Clotet se ne vada (o venga messo nelle condizioni di andarsene) e il giorno dopo ecco che Clotet resta sicuramente anzi forse no.....In realtà il film è vecchio e gli attori, o parte di essi, di scarsa capacità espressiva, insufficienti anche quando recitano a soggetto, anacronistici e poco credibili.

A scanso di equivoci a mio giudizio Clotet merita la riconferma. Due punti a partita di media sono un viatico già di per sè eloquente. E' arrivato tra lo scetticismo generale in primis, lo ammetto, anche di chi scrive. Ha tolto il Brescia dalle paludi della zona retrocessione e ci ha regalato un sogno, i playoff che in realtà erano un obiettivo minimo a giudicare dalla rosa se non fosse che la stessa, in corso d'opera è stata falcidiata, nel morale e nel rendimento, dalle "intuizioni" di Cellino, da una gestione approssimativa ed umorale, da cambi di allenatore effettuati con la stessa frequenza con cui ci si cambiano i calzini. A Cellino il merito di averci preso, almeno per una volta, visto che Clotet lo ha scelto e portato lui. La verità è che all'inizio Clotet ha potuto lavorare in tranquillità. Nessuna pressione di Cellino, nessuna richiesta di far giocare Tizio o Caio.

Il catalano ha rimesso i pezzi a posto usando la colla del buon senso e del lavoro e trovando un gruppo finalmente tranquillo visto che Cellino s'è defilato schiacciato tra l'ennesimo licenziamento da predisporre (pare abbia lasciato a casa anche il suo gatto), una perquisizione della Guardia di Finanza, ed una classifica pericolosa come un cannibale sull'Isola dei Famosi. Piano piano la classifica ha cominciato a farsi meno pericolosa, anzi tendente al bello. All'uomo del Gennargentu, del grano (inteso come cereale) e degli allenatori a libro paga più numerosi delle amanti di Napoleone, non è parso vero di potersi riaffacciare nella gestione tecnica della squadra. Prima timidamente poi in maniera più insistente.

Clotet nel frattempo era diventato il nuovo idolo dei tifosi delle rondinelle, della stampa e dello spogliatoio, tutti conquistati da un uomo che non ha mai alzato i toni ma la classifica. Ecco arrivare le prime pressioni che Clotet ha respinto grazie ai risultati. Ma Cellino vi sembra uno che molla la presa? Eccolo tornare alla carica stile Generale Custer: "Deve giocare Tizio!!" ...Clotet di rimando sul rovescio alla Nadal: "No hablo italiano !!!"....La resa dei conti dopo l'eliminazione ad opera del Cittadella. Rinnovo ? Clotet è catalano mica scemo. Chiede la riconferma di un paio di giocatori, Bjarnason su tutti (è in scadenza e non è mai piaciuto troppo a Cellino), e dello staff tecnico al gran completo compreso Gastaldello che fino a 4 mesi fa era nelle grazie del Sovrano (al punto che si ipotizzava una sua promozione ad allenatore della prima squadra) ma poi, non si sa bene perchè, pure lui caduto in disgrazia.

Poi Clotet chiede garanzie, ovvero la costruzione di una squadra fatta all'insegna della logica e non del guadagno ad ogni costo attraverso le scommesse che, come si sa, si possono vincente ma pure perdere, e una clausola del contratto che lo protegga da cambiamenti di umore repentini dell'uomo che ha fatto dell'esonero uno stile di vita. Se gli chiedeva il Santo Graal aveva maggiori probabilità di essere accontentato.....Intanto dalla giostra Brescia scende Perinetti e sale Gemmi. Il punto però è che il Direttore Sportivo con Cellino ha le stesse possibilità di scendere in pista della Ferrari di Leclerc al GP di Monaco.

Perinetti s'era adeguato, suo malgrado, Gemmi farà altrettanto ? Giusto per cominciare al ds che tanto bene ha fatto a Pisa, Cellino ha in qualche modo affiancato Cristian Botturi promosso a compiti non ancora del tutto chiari, almeno a chi scrive. Intanto pare che Dionigi, sotto contratto a circa 280mila euro netti a stagione, abbia buttato nel cesso il cellulare, cambiato indirizzo e sia partito per il Polo Artico col terrore di venir richiamato dall'uomo del Gennargentu, del grano - vedi sopra la precisazione- e degli allenatori a libro paga più numerosi delle amanti di Napoleone.....

 

Ciro Corradini